Come allestire un immobile abitato con l’Home Staging

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Pensi che l’Home Staging sia un servizio dedicato solo alle case vuote? E invece no! Scopri come allestire un immobile abitato!

Hello there! In questo articolo del Blog di Homethic vediamo insieme come muoversi con l’Home Staging all’interno di un immobile abitato.

Quella dell’Home Stager è sicuramente una professione che può apparire a fasi alterne semplice, difficile o impossibile. Racchiudendo in sé i precetti del marketing, dell’interior design e della stage photography, l’Home Staging richiede delle capacità di adattamento non indifferenti, oltre ad una buona dose di dedizione.

Spesso capita infatti di pensare che effettuare un Home Staging in un immobile abitato si tratti, essenzialmente, di fare le pulizie e ordinare per far apparire tutto al suo posto. In realtà, l’Home Staging per case abitate è forse uno degli interventi più difficili.

C’è infatti chi ha fatto dell’Home Staging abitato la propria specializzazione. Lavorare in un ambiente vuoto e uno pieno, spesso sovraffollato di cose poco utili o relative al passato dell’abitazione, sono due impegni completamente diversi.

Per questo, vale la pena spiegare le differenze e far capire come effettuare un intervento senza rivoluzionare troppo le vite degli attuali proprietari.

Abitato VS non abitato: le differenze

Quando si valuta un immobile non abitato, è facile procedere per l’Home Stager: osservando i punti di forza dell’ambiente, si passa subito ad allestire con mobili provvisori – noleggiati o a basso costo – le stanze e creare così una propria visione d’insieme. Un lavoro che dopotutto somiglia all’allestire una vetrina di un negozio: dato uno spazio vuoto, si espongono i pezzi migliori e quelli che possono attrarre di più l’attenzione. Lo scopo è di comunicare ai potenziali clienti il carattere del prodotto e, nel contempo, mostrare l’identità di un oggetto inanimato.

Analizzati i punti luminosi e quelli più bui della casa, stabilito il minimo indispensabile per dare vita agli ambienti e presi i giusti accordi, il lavoro dell’Home Stager è (quasi) chiuso. Ha creato un proprio prodotto, efficace o meno che sia. In breve, valorizzare un immobile non abitato, parzialmente vuoto, è come avere carta bianca su come agire.

Per un immobile abitato, invece, la situazione è decisamente diversa.

Quando si è in presenza di queste situazioni, vanno studiate attentamente le opzioni disponibili. E non solo sul piano tecnico, stilando quindi una lista di migliorie possibili nella sistemazione degli oggetti o dell’arredamento, interventi sull’illuminazione o altri interventi tipici.

Si tratta infatti di gestire la comunicazione con gli attuali inquilini, i quali sono la fonte più importante per capire quali oggetti o mobili hanno un valore personale troppo elevato per essere “prestati” a un Home Staging.

Entrare a dettare legge in case piene di ricordi e legami affettivi è un processo che va fatto con la più delicata delle intenzioni, rispettando qualsiasi necessità i proprietari abbiano.

L’Home Staging di un immobile abitato: la sfida

L’Home Staging di un immobile abitato rappresenta una vera e propria sfida, perché non è un lavoro in cui si può agire secondo i propri gusti. Si tratta piuttosto di fare un’analisi il più oggettiva possibile.

Occorre quindi applicare rigidamente le ottimizzazioni, riducendo al minimo le personalizzazioni eccessive dell’abitazione e lasciando ai potenziali acquirenti abbastanza libertà e fantasia per immaginarsi all’interno di quelle mura, con mobili completamente diversi, con la propria vita che va a sostituirsi a quella presente.

Se suona un po’ brutale, è per via del fatto che solitamente chi decide di vendere un immobile, già ha una base di appoggio dove spostare alcune cose. Ma non è sempre questo il caso.

L’allestimento elegante e rispettoso

A volte accade di voler vendere la propria casa prima di poterne acquistare un’altra. In questo caso, tutta la vita dei proprietari è contenuta in ogni cosa: dalla poltrona inclinata in diagonale, fino allo sgabuzzino pieno di cianfrusaglie inutilizzate.

Il rispetto per i proprietari e gli oggetti è quindi al primo posto se si sta allestendo un immobile ancora abitato. Sarà comunque necessario arrivare a dei compromessi per cercare di dare un po’ di “respiro” a chi dovrà immaginarsi all’interno dell’abitazione.

È comunque possibile ottenere buoni risultati senza aggiungere o modificare nulla, limitandosi magari a spostare questo o quel mobile, rivedendo la posizione di tavoli, divani e poltrone.

Le azioni possibili in contesti “difficili”, dove il legame affettivo con l’immobile e gli oggetti è ancora forte, sono molteplici e non si esauriscono certo al risistemare i cuscini e rifare il letto.

Lo scopo finale dell’Home Stager è quello di proporre un prodotto in vendita nel suo miglior aspetto possibile. Tuttavia, non va mai dimenticato il rispetto per i futuri ex-proprietari e l’eleganza insita nel dare nuova vita ad un ambiente, usando soltanto ciò che è già presente.

Quando essere oggettivi è la vera sfida

Spesso si legge che l’Home Staging è più facile se si ha una base su cui lavorare. Questa convinzione è radicata in quanto sembra richiedere il coinvolgimento di meno figure. In una casa abitata infatti è poco probabile che sia necessario l’intervento di architetti, muratori, tinteggiatori o fornitori di mobili.

La verità però è che la sfida insita nello spersonalizzare una casa abitata è decisamente maggiore. Prendere in considerazione i limiti degli attuali proprietari e dell’arredamento già presente non è infatti sempre semplice. Ma un bravo Home Stager sa farlo!

Stai pensando di vendere la casa in cui abiti, ma hai sempre rimandato? Contattaci: insieme troveremo la soluzione migliore per allestire il tuo immobile!

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